Sempre più ricerche hanno dimostrato l’utilità̀ e la grande efficacia delle tecniche mentali per la gestione del post-infortunio, evidenziando, come gli atleti che utilizzano tali tecniche abbiano un recupero più rapido, una riabilitazione più completa e un ritorno allo sport più sicuro ed efficace rispetto ad atleti che non le utilizzano (Weinberg e Gould, 2010; Scherzer et al., 2001). Molte di queste tecniche sono spesso già note agli atleti perché utilizzate per incrementare la prestazione sportiva dal punto di vista mentale. Esse trovano ampia efficacia anche in ambito post-infortunio, chiaramente attraverso interventi mirati e specifici (ecco perché meglio affidarsi a professionisti specializzati). Le più utilizzate:
GOAL SETTING ovvero la definizione degli obiettivi e la loro pianificazione. Tecnica che spesso costituisce parte integrante dei programmi quotidiani di un atleta, è efficacemente trasferibile anche al contesto post- infortunio. La definizione degli obiettivi a seguito di un infortunio segue i criteri classici del goal setting con una combinazione di obiettivi sia a breve termine (spesso quotidiani) utili a vedere i progressi immediati, sia a lungo termine, in grado di mantenere un’alta motivazione nel corso del tempo. Ovviamente un goal setting post-infortunio appropriato parte dalla cooperazione fra e con i professionisti che seguono la riabilitazione, ed è indispensabile che l’atleta non solo comprenda bene i vari obiettivi, ma sia un PROTAGONISTA ATTIVO E CONSAPEVOLE nella definizione e nel monitoraggio degli stessi, per verificarne il grado di raggiungimento e le eventuali modifiche da apportare. L’uso di questa tecnica aiuta ad acquisire una maggiore chiarezza del percorso verso la guarigione, ad avere una percezione di controllo sull’infortunio e sulla riabilitazione, riduce i livelli di frustrazione, ansia e insicurezza; favorisce un aumento dei livelli di motivazione e migliora l’aderenza al trattamento e ai protocolli riabilitativi, facilitando un ritorno di successo allo sport anche grazie alla possibilità di identificare, attraverso i giusti obiettivi, il ritmo appropriato di progressione.
IMAGERY O VISUALIZZAZIONE L’uso di questa tecnica in un ambiente di riabilitazione sportiva si rivela uno strumento efficace per il recupero dall’infortunio, sia per la sua funzione cognitiva sia per quella motivazionale. Su più fronti, infatti, è in grado di supportare l’atleta durante il periodo di sospensione dagli allenamenti e di agevolarne il ritorno assicurando un adeguato mantenimento della concentrazione, dei livelli motivazionali, della fiducia in sé e delle risposte emozionali. Molteplici sono gli usi che si possono fare della visualizzazione. Alcuni atleti la usano per accelerare il recupero immaginando processi fisiologici di guarigione (healing imagery) o processi di allontanamento della sensazione di dolore (pain management imagery); altri per accelerare l’apprendimento degli esercizi riabilitativi, facilitarne l’esecuzione, migliorarne la tecnica e massimizzarne i benefici (rehabilitation process imagery) o ancora per mantenere attive specifiche abilità tecniche che solitamente non ricevono un’attenzione prioritaria durante il normale allenamento o che siamo chiamati a recuperare maggiormente in prossimità del ritorno in campo (performance imagery). Oltre a queste immagini cognitive, possono essere utilizzate immagini più di tipo motivazionale (motivational and relaxation imagery) che, accompagnate a tecniche di rilassamento, si rivelano utili nel controllo dell’ansia e della concentrazione, ma anche per aumentare l’autoefficacia, facilitare il rilassamento e favorire una visione positiva della situazione.
TECNICHE DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA La valutazione cognitiva dell’atleta, ovvero il modo con cui interpreta certi segnali e la situazione che sta vivendo influenzano, direttamente le sue risposte emotive e comportamentali. Ad esempio le attribuzioni e le autopercezioni, che seguono un infortunio, possono portare a prospettive distorcenti e aspettative sbagliate con un effetto negativo sulla riabilitazione e sul successivo ritorno allo sport. L’uso di strategie cognitive ha una grande influenza nel favorire l’accettazione dell’infortunio, nel ridurre la catastrofizzazione dei pensieri sostituendoli con altri più̀ funzionali e positivi e nel mantenimento della concentrazione.
TECNICHE DI RILASSAMENTO E GESTIONE DELLO STRESS Lo stress è un fattore fortemente impattante se parliamo di infortunio, non solo per quanto riguarda la prevenzione, ma anche in ogni passaggio del post infortunio. Le tecniche di rilassamento sono comunemente divise in due categorie: somatiche e cognitive. L’obiettivo principale delle prime (ad esempio il rilassamento progressivo muscolare di Jacobson, le tecniche di respirazione, …) è quello di allentare le tensioni del corpo, mentre le tecniche cognitive (come il Training Autogeno di Schultz), si focalizzando un po’ più specificatamente sulla mente ritenendo che una sua distensione possa tradursi anche in un rilassamento del corpo. Il loro utilizzo, in fase di recupero da un infortunio, risulta utile per alleviare dolore, stress e ansia e migliorare i processi di decision making, ma anche per abbassare il livello generale di tensione migliorando la funzione neurovegetativa e modulando gli up & down della riabilitazione.
TRAINING EDUCATIVO o PSICOEDUCAZIONE ovvero un’educazione mirata per consentire all’atleta di avere una maggiore consapevolezza dell’intero percorso. Tante delle difficoltà che un atleta sperimenta durante il percorso di ritorno allo sport sono legate al non avere un adeguato livello di informazione e potrebbero essere prevenute, o quantomeno ridotte, da una corretta e mirata educazione sugli aspetti coinvolti. Quando parliamo di psicoeducazione, in questo contesto, ci riferiamo al fornire informazioni specifiche sui fattori e le risposte psicologiche associate, con più o meno frequenza, ai vari step del ritorno allo sport. Avere un quadro più chiaro permette una maggiore familiarità dell’atleta con ciò che sta vivendo, riduce la sensazione di caos e imprevedibilità, aumenta il suo senso di controllo e di conseguenza la sua efficacia. Ad esempio, il tipico up & down di una riabilitazione può essere interpretato come normale e prevedibile, piuttosto che essere vissuto come sconvolgente e dannoso. Possedere maggiori conoscenze, inoltre, favorisce la gestione delle emozioni e promuove un più solido senso di investimento personale nel processo di recupero.
DESENSIBILIZZAZIONE E RIELABORAZIONE ATTRAVERSO I MOVIMENTI OCULARI, EMDR (Eye Movement Desensitisation and Reprocessing)* Da affiancare agli altri tipi di interventi riabilitativi nel trattamento dell’infortunio sportivo, sempre maggiore valore viene dato all’utilizzo del metodo EMDR, soprattutto con alcuni atleti infortunati che sperimentano sintomi tipici del disturbo da stress post-traumatico.
Riconosciuto nel 2013 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come trattamento efficace per i traumi e i disturbi ad essi associati, tale metodo favorisce il controllo e la regolazione degli stati emotivi e consente la rielaborazione delle cognizioni, aiutando l’atleta infortunato sia a gestire gli aspetti disfunzionali legati all’evento sia ad affrontare le eventuali paure di un nuovo infortunio.
* la pratica di questo trattamento è riservata solo a psicologi psicoterapeuti che si siano formati specificatamente in EMDR.
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